Kumbhaka Pranayama

KUMBHAKA PRANAYAMA
aspetti concettuali, pratica personale e valori terapeutici 

Stage Intensivo pratico-esperienziale aperto ai praticanti avanzati e agli insegnanti di yoga

Cosa si intende per Kumbhaka e per Pranayama nei testi classici?
Quale è lo scopo dei Kumbhaka in Hatha yoga e quali i benefici ?

Come trasformare velocemente lo stato di coscienza, svuotandosi di impressioni, pensieri, memorie emozionali e riempiendosi di un senso di pace interiore?

ll Dr Bhole ha sempre ritenuto la scienza del Pranayama uno degli aspetti più importanti dell’intera disciplina dello Yoga: strumento utile a stabilire una diagnosi yogica, rimedio importante in Yoga Therapy nel trattamento di alcuni disturbi di natura psicosomatica e strumento di evoluzione personale nel percorso di emancipazione.

Pranayama e Kumbhaka sono strumenti che, se ben compresi e sperimentati, possono aiutare ad ampliare la consapevolezza individuale ed a realizzare le possibili cause di quel disagio interiore alla base di molti nostri comportamenti. Articoli pubblicati sulle banche dati biomediche sottolineano l’importanza di aumentare la percezione interiore, enterocezione o viscerocezione, come strumento di prevenzione dei disturbi comportamentali e dei disagi interiori.

Il termine pranayama viene tradotto da molti autori come “controllo volontario del respiro“, e le tecniche del pranayama presentate in varie scuole di scuole di Yoga si riducono sostanzialmente a nadi shuddi, loma viloma e ai kumbhaka, intesi come “sospensione volontaria del respiro”: Surya Bhedana, Bhastrika, Sitali, Sitkari, Bhramari, Ujjayi, Murcha e Plavini.

Nello Hatha Yoga di Svatmarama, Asana viene presentato come via preliminare di accesso ad un percorso che prevede l’utilizzo giudizioso di pratiche di Pranayama per la purificazione dei canali energetici o Nadi e solo successivamente vengono proposti i Kumbhaka.

Il seminario ci darà l’occasione per approfondire alcuni particolari aspetti dei testi classici seguendo la tradizionale via della pratica, della conoscenza e dello stato di coscienza che ne consegue.

 

DURATA:
da venerdì 22 marzo inizio ore 16.30 a domenica 24  dopo il pranzo

 

CORSO DI FORMAZIONE CONTINUA METODO BHOLE
Verrà rilasciato un attestato di formazione/aggiornamento per totali n°13 ore formative tra teoria e pratica

SEMINARIO CONDOTTO DA:
Lucilla Monti e Giuseppe Goldoni

ORARI della pratica:
Gli orari potrebbero subire lievi modifiche che concorderemo durante l’incontro
Venerdì ore 16.30 /19.00
Sabato ore  7.15.8.00 9.30/12.30   15.15/18.30
Domenica 7.15.8.00  9.30/12.30


OCCORRENTE:
Portare da casa l’occorrente per la pratica: tappetino, coperta, cuscino

SEDE:
SCUOLA APOSTOLICA S.CUORE
Via Leone Dehon, 1 – 24021 ALBINO (BG) Tel 035 758711

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Lucilla Monti: tel/fax 02 94563 748‬ – Cell 348 7803067
Lucilla e Giuseppe: info@yoganubhava.com


COME ARRIVARE:

IN TRENO: all’uscita della stazione ferroviaria di Bergamo, a destra 200 metri, c’è il treno metropolitano per Albino.
(importante: acquistare prima il biglietto all’edicola vicina e vidimarlo all’ingresso, nel treno).
Giunti ad Albino la sede dista a piedi circa 10 minuti, 1.5 km.
(all’uscita dalla stazione metropolitana prendere diritti verso il primo semaforo, proseguire 400 mt, superato il secondo semaforo, dopo 300 mt prendere il ponte che trovate sulla sinistra avanti 300 mt e superare il cimitero che trovate sulla destra continuare a salire per altri 500 mt fino all’ingresso della Casa, a sinistra)

 


 

LEGGI DI PIÙ:

Quali sono i benefici dei Kumbhaka a livello fisico, psichico, mentale e a livello di stato interiore?
Quale didattica utilizzare per inserirli facilmente nella pratica personale e nei corsi yoga ?
Quali sono gli obiettivi dei Kumbhaka secondo l’Hatha Pradipika?Nella tradizione dello Hatha Yoga il concetto di Kumhaka viene proposto dopo la pratica di pranayama per favorire l’apertura e il flusso di prana lungo le Nadi.Per alcuni commentatori il concetto di Pranayama è inteso in termini di controllo volontario del respiro, Puraka come inspirazione volontaria, Kumbhaka come sospensione volontaria del respiro per tempi gradualmente sempre più lunghi e Rechaka come espirazione volontaria. Alcuni testi successivi allo Hatha Yoga Pradipika suggeriscono che il rapporto ideale di durata tra queste tre fasi dovrebbe essere di 1:4:2 (1 Puraka : 4 Kumbhaka : 2 Rechaka).

E’ stato probabilmente da quel momento in poi che, secondo il Dr Bhole, si è data maggior importanza alla fase più lunga, quella di sospensione respiratoria, e per questo motivo il Pranayama proposto dallo Hatha Yoga è stato definito da molti come “Kumbhaka”, e interpretato come un allenamento a trattenere il respiro il più a lungo possibile.

Perché il Dr Bhole non ha dato molta importanza ai tempi e alle fasi proposte dalle tradizioni successive? Come mai ha presentato e utilizzato i K. in modo diverso nei seminari di Yoga Therapy, di approfondimento dei testi tradizionali e di meditazione?

Nella sua comprensione esperienziale, il termine Kumbha si riferisce all’esperienza del corpo percepito come un vaso, un’anfora, un contenitore di argilla porosa che ha una sua cavità, un relativo spazio interno che può riempirsi e restare pieno (kumbhaka) di sensazioni provenienti da diverse aree corporee a seconda del tipo di kumbaka praticato, e può inoltre svuotarsi e restar vuoto. Si tratta di processi prevalentemente sensoriali ed esperienziali relativi non solo ad esperienze a livello di contenitore fisico, ma soprattutto al contenitore della nostra coscienza.

Nel linguaggio medico, in anatomia, si parla di “cavità” interne al corpo, in neurologia si parla di aumento degli input sensoriali viscerali e di aree cerebrali associative sedi delle memorie emozionali. Nel linguaggio yogico si utilizzano i termini come Antar Akash, Prana sparsha, Puraka, Kumbaka, Rechaka ecc.

La modalità esperienziale dei K. proposta dal Dr Bhole presenta differenze sostanziali non solo rispetto allo sforzo muscolare e allo schema respiratorio utilizzato ma anche a livello di percorsi neurologici attivati, di stimolazione nel riequilibrare il del sistema nervoso autonomo, di effetti sul cambiamento dello stato di  coscienza dell’individuo.

Swami Digambarji, maestro del Dr Bhole, considerava i Kumbhakapratiche estremamente potenti e riteneva che la maggior parte dei praticanti, per fortuna o per sfortuna… , non conoscesse la corretta modalità di una pratica importante sul piano del cambiamento dello stato di coscienza e sugli effetti descritti nello Hatha Yoga come percorso di emancipazione per accedere all’obiettivo finale del Raja Yoga.