L’esperienza dello Yoga. Il Metodo Bhole

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Il testo è organizzato come un manuale tecnico, uno strumento di guida, di consultazione e sintensi, particolarmente utile per chi ha già seguito seminari pratico esperienziali di Yoganubhava. É in formato cartaceo A4 e viene distribuito per solo uso personale.

È un libro yoga sulla respirazione, āsana e prānāyāma che si fonda su un esame approfondito dei testi fondamentali dello yoga, gli Yoga Sūtra di Patanjali e l’ Hathapradīpikā di Svatmarama, compresi alla luce delle conoscenze di anatomia e fisiologia.

Il testo propone un approccio pratico adatto ai principianti, alle persone che soffrono di disturbi psico-somatici e alle persone che non conoscono lo yoga della letteratura classica sanscrita. Inoltre, seguendo la pratica e la parte concettuale, gli insegnanti di yoga seriamente intenzionati a confrontarsi con i testi della tradizione e con la scienza medica potranno trovare interessanti spunti di studio, di riflessione e di crescita professionale.

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Descrizione

Prefazione del Dr. M.V. Bhole

Perché pubblicare questo libro di yoga, quando sul mercato ne esistono già innumerevoli versioni? Il mio percorso lavorativo, sostenuto dalla ricerca e dal costante rapporto con i praticanti di yoga, mi ha spinto a vincere le mie ritrosie e a condividere la mia esperienza di yoga.

Fin dagli anni universitari mi sono avvalso della mia formazione medico-scientifica per avvicinarmi allo studio dello yoga. Per la mia tesi di dottorato presso l’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Deli avevo scelto di trattare Kapālabhāti. Allora, nel 1962, non avevo nessuna conoscenza di yoga. Il professore che mi seguiva, A.S. Paintal, mi stimolò alla ricerca chiedendomi di affrontare lo studio in modo da potere applicare ad esso il tipico approccio scientifico di laboratorio. Mi chiese di registrare i dati dei soggetti nel momento in cui ero sicuro che la pratica di Kapālabhāti fosse realmente avvenuta in essi. Ma come potevo esserne certo?

Nel 1973, nell’ambito di uno scambio culturale con la Cecoslovacchia, mi fu chiesto di focalizzare il mio intervento sugli aspetti medici dello yoga. Un comitato scientifico di medici seguì le mie conferenze e da allora le pratiche di yoga furono riconosciute come un valido strumento nella terapia riabilitativa. In seguito furono organizzati corsi propedeutici per i terapisti della riabilitazione e il Prof. Ctibor Dostalek sviluppò progetti di ricerca in laboratorio presso l’Institute of Physiological Regulation.

Da allora, durante i seminari che ebbi l’opportunità di condurre in vari paesi europei e durante la mia carriera lavorativa, osservai come ci fossero carenze nel modo in cui lo yoga veniva trasmesso e appreso. Alcuni partecipanti dei seminari mi confidarono che pur praticando non ottenevano i risultati che venivano menzionati nei vari testi di yoga. A quel tempo non fui in grado di dare risposte soddisfacenti, ma le mie conclusioni furono le seguenti: o praticavano in modo non corretto; o avevano ricevuto insegnamenti non corretti; oppure i risultati promessi dai testi yoga erano falsi.

Iniziai a lavorare in India presso il Kaivalyadhama Yoga Research Institute a Lonavla. Il suo fondatore si era occupato per più di vent’anni della ricerca sul consumo di ossigeno e l’eliminazione di anidride carbonica durante la respirazione nelle tecniche di prānāyāma, alternando diversi tempi di mantenimento delle fasi di pūraka-kumbhaka-rechaka. Proseguii la sua ricerca osservando che non vi erano evidenze scientifiche che dimostrassero come nel prānāyāma eseguito in modo rilassato ci fosse maggior consumo di ossigeno. Svāmī Digambarji, successore di Svāmī Kuvalayananda cambiò poi radicalmente il mio modo di condurre la ricerca, sottolineando il fatto che prima che io potessi affrontare qualsiasi studio sul prānāyāma, fosse necessario avere una chiara comprensione dei concetti di vāyu e prāna, così come definiti nella letteratura classica. Mi misi così a studiare in profondità i testi sanscriti.

Durante il primo progetto di ricerca clinica condotto su pazienti asmatici ed alcuni studenti di yoga ebbi un ulteriore rivelazione. Mentre conducevo gli esami respiratori spirometrici notai come molti pazienti e alcuni studenti presentassero un respiro paradosso. Tuttavia, essi non ne erano consapevoli, né tantomeno erano in grado di correggerlo. Mi resi conto che occorreva un’educazione basata sull’esperienza individuale.

Prendendo spunto dalle domande postemi dai praticanti di yoga durante i seminari in Europa, dallo studio dei testi e dalle osservazioni fatte nel campo della ricerca medica, ho riformulato il mio approccio nell’insegnamento di yoga, focalizzandomi su una modalità che partisse dall’aspetto esperienziale e dalla comprensione del concetto che ne è alla base. Da qui è nato l’approccio Yoganubhava o Yoga Esperienziale, basato sulla comprensione dei concetti yogici e su come essi possano essere sperimentati con pratiche di yoga adeguate. Molti dei risultati e dei benefici descritti dai testi non hanno tardato ad arrivare.

Questo libro yoga sulla respirazione, āsana e prānāyāma si fonda su un esame approfondito dei testi fondamentali dello yoga, gli Yoga Sūtra di Patanjali e l’ Hathapradīpikā di Svatmarama, compresi alla luce delle conoscenze di anatomia e fisiologia che sono proprie dei miei studi da medico. Il testo propone un approccio pratico adatto ai principianti, alle persone che soffrono di disturbi psico-somatici e anche alle persone che non conoscono lo yoga della letteratura classica sanscrita. Inoltre, seguendo la pratica e la parte concettuale, gli insegnanti di yoga seriamente intenzionati a confrontarsi con i testi della tradizione e con la scienza medica potranno trovare interessanti spunti di studio, di riflessione e di crescita professionale.

È con soddisfazione che presento il mio lavoro, sperando di potere avere una risposta da parte di coloro che lo consulteranno per poterlo ulteriormente migliorare, così come è nello spirito della ricerca.

Infine, per aver curato la realizzazione e la pubblicazione del testo vorrei ringraziare sentitamente il Dott. Giuseppe Goldoni, che ha inoltre contribuito alla traduzione insieme alla Dott.sa Maura Bergonzoni, e all’insegnante di yoga Savio Spaggiari. A tutti loro va il mio più vivo ringraziamento.

Dr M.V. Bhole

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